La Sinagoga Portoghese di Amsterdam porta con sé la testimonianza del passato e della storia legata alla comunità ebraica che ha trovato nella capitale olandese il proprio luogo sicuro. Situata nell'ex quartiere ebraico della città, a due passi da Waterlooplein, dalla Rembrandthuis, dal Museo Storico Ebraico e dall'Hermitage Museum, la Sinagoga vi lascerà sicuramente a bocca aperta per la sua magnigicenza.
Amsterdam è Mokum, il “luogo sicuro” per gli ebrei
Il 1492 è passato alla storia per l’approdo di Cristoforo Colombo nelle Americhe, ma è anche l’anno in cui la Spagna decise di cacciare dal proprio territorio la popolazione di fede ebrea. Molti si rifugiarono in Portogallo, ma la sorte gli fu comunque avversa: infatti, dal 1496, furono battezzati contro la propria volontà.
Persecuzione si fece sempre più pesante, tanto che, per sfuggire alla terribile Inquisizione, molti ebrei lasciarono il territorio lusitano per cercare tranquillità nei Paesi Bassi, e in particolare della sua capitale, Amsterdam. Furono accolti, ma per non inimicarsi gli olandesi, visto che Olanda e Spagna erano in guerra, decisero di rinnegare il proprio Paese d’origine facendosi chiamare “Ebrei Portoghesi”.
A differenza di quanto accadde nella Penisola Iberica, la capitale fu porto sicuro per questa nuova comunità. Tanto che, nel giro di un solo secolo, diventò parte fondante della vitalità culturale ed economica della città e la comunità ebraica diede ad Amsterdam il soprannome Mokum, che in lingua Yiddish significa “luogo sicuro”, ancora oggi utilizzato per identificare la città.
Sinagoga Portoghese: un progetto molto ambizioso
Gli ebrei avevano al tempo il desiderio di costruire un proprio luogo di culto che fosse anche simbolo dell’importanza acquisita da questi “nuovi cittadini”. Così, nel 1671, cominciarono i lavori per la costruzione della Sinagoga Portoghese (o “Portugees-Israëlietische Synagoge”), nota anche come Esnoga o Snoge. Ovviamente nello Jodenbuurt, il quartiere ebraico nel nord-est della città. Il progetto fu affidato all’architetto Elias Bowman e, dopo soli cinque anni, nel 1675, la Sinagoga fu inaugurata. Era il primo tempio ebraico di Amsterdam ed è, ancora oggi, una delle più grandi sinagoghe del mondo. Come potete ben immaginare, dunque, Bowman realizzò un disegno ambizioso visto che, non a caso, prese ispirazione dal tempio di Salomone.
Un tesoro nell'ex quartiere ebraico di Amsterdam
Rivolta verso sud-est, in direzione Gerusalemme, la Esnoga si sviluppa su pianta rettangolare, a tre navate e un soffitto interamente in legno. Il pavimento, invece, così come voleva la moda olandese del tempo, era coperto di finissima sabbia, in modo da assorbire polvere e sporcizia lasciate dalle scarpe, e per smorzare il rumore dei passi.
L’ingresso, che dall’esterno è pacato e mesto, come tipico delle sinagoghe di Amsterdam, ha significato altamente simbolico: sopra l’entrata si trova, in ebraico, una scritta dorata che riporta la data del 1672, anno in cui sarebbe dovuta essere pronta la sinagoga.
Quindi, i versi presi dal Salmo 5, verso 8, “Nella misericordia del Signore, entrerò nella sua casa” (“Bishenat va'ani berob chasdecha abo beetécha lif'k”), trascritti con i precetti del “perat katan”, l’ermeneutica talmudica. Le ultime parole di questo passaggio biblico, inoltre, contengono il nome Aboab, il capo rabbino che volle la costruzione della Synagoga.
Ma la magnificenza della Snoga non si limita alla già descritta struttura centrale. Quella è solo il cuore di un tempio contornato da altri affascinanti edifici: la casa del rabbino, gli uffici, gli archivi e il mikwe, dove i fedeli potevano fare il bagno rituale. Infine, la Ets Haim: l’antica biblioteca che, tutt’oggi, è tra le più rinomate e preziose del mondo.
Eccezionale testimonianza della cultura ebraica dal passato a oggi
Va da sé che in quasi quattrocento anni di vita, la Synagoga abbia subito diversi restauri. I primi, nella seconda metà del diciottesimo secolo. Incredibilmente, però, a differenza della Grande Sinagoga di Amsterdam, la Esnoga non è stata devastata dalla violenza della Seconda Guerra Mondiale. Durante il conflitto fu più volte utilizzata come rifugio per i sopravvissuti, mantenendo la fisionomia originaria. Un vero e proprio miracolo.
Il tempo, però, lascia segni indelebili. Ecco perché negli ultimi vent’anni sono state apportate alcune modifiche, soprattutto strutturali, per preservare l’agibilità e la solidità dell’edificio. Lavori finanziati dalla Fondazione degli Ebrei Portoghesi, dalla Città di Amsterdam e dal governo Olandese, che, nel 2003, ha voluto includere la Portuguese-Jewish Congregation (CEPIG) nel patrimonio culturale locale, così da finanziare anche il mantenimento del tempio.
Decisione saggia che, anche per la fortuna di noi visitatori, ci permetterà di godere della sontuosità di questa eccezionale testimonianza della cultura ebraica.
Giorni e orari di apertura
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